Nata nel 1986, vissuta fino a 18 anni a Città di Castello (Perugia, ITALIA), avvocato, diplomata in danza classica alla Royal Academy of Dance di Londra…da sempre dedita all’arte. È questa la sintesi biografica dell’artista umbra, che negli ultimi anni ha lasciato fluire la sua vera natura, senza più ignorarla. Provenendo da giurisprudenza, basata su regole e dogmi, questo mutamento ha richiesto una matura consapevolezza ed una sana dose di follia. Nel 2015 il primo approccio alle grandi opere su richiesta di uno studio di architettura di Milano. Grazie a questa produzione sono seguite a passo celere commissioni e mostre in gallerie e fondazioni italiane ed internazionali.
Negli ultimi anni, è stata selezionata tra gli artisti emergenti della Fondazione Modigliani Ricerca Scientifica nel progetto MOOVART, con cui ha esposto a Castel dell’Ovo di Napoli; a Liverpool al Riba North National Architecture Centre; al Museo Zeffirelli di Firenze e a Palazzo Santa Maria della Pietà a Venezia; è stata invitata alla mostra “REFOLDED. Percorsi meta-artistici” a cura del Prof. Achille Bonito Oliva presso la Fondazione Pastificio Cerere di Roma; è stata finalista al “PREMIO EXIBART 2020”; ha presentato l’installazione pubblica a Castiglion del Lago dal titolo “ART WANTS TO REBORN” durante Castiglione Cinema 2021; è stata direttore artistico dell’evento a Città di Castello “Metabolismi incontra il giovane Raffaello”, collaterale della manifestazione internazionale “Festival delle Nazioni” patrocinata dalla Comunità Europea e dal Ministero della Cultura italiana, nel corso della quale ha presentato la performance artistica ”INSTALLAZIONE PROSPETTICA”. Ad Ottobre 2020 l’ultima personale a Perugia dal titolo “RINASCIMENTO (feat. Barocco) LOADING ART”, patrocinata dalla Regione Umbria e dal Comune di Perugia e curata dal Prof. Carlo Pizzichini,
L’amore per l’arte muove la creazione dell’opera: l’artista è affascinata dall’arte del passato, soprattutto da quella rinascimentale e barocca, che ha potuto osservare sin da bambina con la famiglia di antiquari che le hanno trasmesso tale sensibilità. In ogni realizzazione della Vichi risuona il riferimento alla “ciclicità della storia”. La storia si pone come maestra di vita, poiché “Tutti i tempi tornano, gli uomini sono sempre gli stessi” (Niccolò Machiavelli). I tempi cambiano, ma il sistema sottostante è il medesimo; così l’uomo, pur adeguandosi al suo tempo, è sempre dotato di quei vizi e virtù che lo porteranno a ragionare con gli stessi impulsi umani. Dalla storia, dunque, la Vichi converte gli insegnamenti con l’arte, creando opere vestite di contemporanea fascinazione che riecheggiano ad esempi del passato su cui riflettere per costruire presente e futuro, convinta che l’Arte debba essere sempre la protagonista indiscussa in prima linea e fruibile da chiunque attraverso il potere della bellezza, e non un mero argomento elitario. La bellezza dell’Arte diventa una sollecitazione umana e poiché visibile, permette di saldare il sensibile con l’intelligibile, diventando veicolo di ascesa, stimolo di crescita, spunto di riflessione.
La Vichi lega le sue opere ad un “RINASCIMENTO-BAROCCO” riferendosi ad ideali storici utilizzabili nel contemporaneo svincolati dai secoli esatti a cui si riferiscono, convinta che lo stupore e la ricerca, insieme, elevino l’uomo. Difatti, se il “Rinascimento” è la proclamazione della ricerca delle lezioni del passato per estrarre luce nuova nel presente, il “Barocco” è un inno allo stupore e alla bellezza, allo straordinario creativo senza tempo. “STAY BAROQUE-STAY FOOLISH”, dunque, poiché uno dei principali motori della storia umana, forse il più pulito e sostenibile, è la capacità di provare stupore: è lo stupore che ci ha spinto a porci delle domande e a cercare le risposte per un “Nuovo Rinascimento”.
Fra i progetti artistici più rilevanti:
“Lex Italica”, modellate con tessuti 3D e resine, le pittosculture barocche prendono vita. Le opere infrangono i bordi della tela, varcando i confini che la delimitano. Un processo sartoriale di “ART-COUTURE” che riecheggia i ricchi virtuosismi scultorei barocchi. Le diverse “edizioni” richiamano i nomi di famiglie storiche rinascimentali italiane, che hanno investito in arte e coltivato il “genio artistico”, accrescendo le meraviglie di cui ancora oggi godiamo non solo con gli occhi;
“Loading Art”, cassette del pronto soccorso pronte a “curare” gli affetti “d’anemia d’arte” con la flebo ricostituente di “Vanitas”. Una panacea di stupore, una dose di bellezza e d’amore per l’Arte, pilastro della nostra storia, come suggeriscono le colonne nell’opera.
Una panacea curativa per i “Savonarola” del nostro tempo: la serie è difatti collegata, all’episodio storico del 7 febbraio 1497 a Firenze, il “Falò delle Vanità”, quando il frate Savonarola e i suoi seguaci bruciarono in Piazza della Signoria migliaia di oggetti, tra i quali opere d’arte, considerati impuri, peccaminosi, immorali, che a loro giudizio potevano generare vanità. Savonarola nell’immaginario contemporaneo di Vichi viene curato con una “Trasfusione di Vanitas”, a voler ricordare che “l’Arte non Arde Mai”.
“Art Wants To Reborn”: Un cianotico David di Michelangelo, icona popolare dell’Arte in tutto il mondo, in uno stato di ischemia tissutale causata dalla carenza di “apporto d’Arte”, dovuta all’inaspettato periodo di chiusura pandemica che ha privato tutte le arti del pubblico, suo necessario flusso sanguigno. Il David, segno di rinascita, invita a “ricaricarsi d’Arte”, a rigenerarsi di nuove energie con la trasfusione ricostituente, che restituisce il marmoreo colore originario. Il racconto di Davide, simbolo di fede, intelligenza e coraggio che trionfano sulla bruta violenza, diventa un parallelismo metaforico in questo particolare momento storico: l’uomo contro il mastodontico nemico invisibile trionferà anche grazie alla potenza dell’Arte in un “Nuovo Rinascimento”.
“Ph. courtesy: A. Cuzzolin; C. Carobi; E. Nocentini; E. Imperi”
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