Maddalena penitente di Michelangelo Merisi, a cura di Alessio Fucile Critico e Storico dell’arte

Ti presento oggi «Maddalena penitente», del 1597, toccante opera di Michelangelo
Merisi, oggi a Roma nella Galleria Doria Pamphili. Siamo nei primi anni della sua carriera romana
e il grande Caravaggio propone, come suo costume, il tema della Maddalena secondo una nuova
iconografia.
Ammirando questa opera ho colto e ammirato la forza che deriva dalla consapevolezza del proprio
peccato, del proprio limite. Forse all’uomo di oggi manca proprio questa coscienza, che è punto di
forza per ogni cambiamento. Diceva Catullo: «Ognuno ha il suo difetto, ma il problema è che non
lo vede». Allenarsi a riconoscere i propri peccati e chiedere perdono per le mancanze è atto
coraggioso e vitale dell’uomo maturo.
La donna dipinta dal Caravaggio ha piena consapevolezza del suo male ma nello stesso tempo nutre
desiderio di un cambiamento. Il problema non è non sbagliare ma saper riconoscere i propri errori e
ripartire sempre. Affermava Boris Pasternak: «Io non amo la gente perfetta, quelli che non sono mai
caduti, non hanno inciampato. A loro non si è svelata la bellezza della vita».
Da tradizione Maria Maddalena era rappresentata disperata ai piedi della croce oppure penitente e
macilenta nel deserto. Qui invece puoi vedere un’attraente ragazza del popolo, chiaramente una
prostituta, seduta su una bassa sedia, con i capelli rossi sciolti, al centro di una povera stanza.
Caravaggio l’ha presenta vista dall’alto, sembra ancora più piccola di quello che realmente è.
Espediente per esprime il peso della sua vita passata, schiacciata dal trascorso che vuole
abbandonare. Le vesti sfarzose contrastano con l’umile ambiente in cui è ritratta, servivano alle
prostitute per attirare i loro clienti.
Maria Maddalena si è strappata i gioielli dal collo e li ha gettati sul pavimento, accanto alla sua
ampolla di olio profumato, tipico attributo iconografico che la identifica. Con il capo reclinato,
rimasta sola dopo aver svolto il suo triste lavoro, piange, come testimonia la piccola lacrima che le
brilla sulla guancia destra. Sta riflettendo, ripensa la sua vita che adesso vuole prendere in mano per
fare delle scelte per il suo vero bene. Affronta una lotta interiore per tagliare con il suo passato
doloroso. Una luce forte la investe da sinistra ed evidenzia il suo orecchio, particolarmente grande.
È in ascolto di una voce interiore, simboleggiata dalla luce, che le tocca il cuore e le annuncia la
possibilità di una vita diversa. Maria Maddalena sta rinascendo, infatti le sue braccia sembrano
accogliere un bambino. Forse Caravaggio suggerisce che tiene in braccio la nuova Maddalena che
rinasce. Dio ti offre sempre una vita nuova, migliore, felice.
Il Merisi non nasconde che Maddalena, prima di convertirsi, era stata una prostituta, secondo i dati
della tradizione cristiana. Anzi, per essere più credibile scelse come modella una prostituta vera:
Anna Bianchini, detta Annuccia. Ovviamente, una simile decisione scandalizzò i benpensanti, che
accusarono Caravaggio di blasfemia. In realtà l’artista concepì un’immagine profondamente intima
e discreta, carica di una poetica altissima, con la quale espresse una religiosità originale e intensa.
La Maddalena del Merisi, infatti, non è una “santa”, ma una “peccatrice” che divenne santa, perché
seppe pentirsi e fidarsi di Gesù che conobbe e da quell’incontro rimase affascinata fino al punto di
cambiare completamente vita. Un amore, quello provato per il Figlio di Dio che le ha riempito ogni
vuoto e ferita che portava nel cuore. In ciò si coglie una provocatoria volontà di riportare il sacro a
misura d’uomo. L’artista, che ben conosceva il Vangelo, sembra voler ricordare una celebre frase di
Gesù: «Ebbene, vi assicuro che ladri e prostitute vi passano avanti ed entrano nel regno di Dio».
Questo dipinto ti ricorda che nella vita puoi sempre rinascere dopo ogni errore, c’è sempre una
possibilità per riscattarti se riconosci i tuoi limiti e ti affidi a un Potere superiore alle tue forze.
Grazie per la tua paziente attenzione e ti auguro con tutto il mio cuore una vita piena e felice.